Archivi mensili: Marzo 2014

Storie dalla Corsia

di Marco Burla in arte Dott. DinDon

 

dott. Din Don con ukulele

 

Questa non è propriamente una storia di corsia, perché è accaduta fuori dall’ospedale, ma se non ci fosse stato il nostro intervento in ospedale non ci sarebbe stata nemmeno questa storia.

Per raccontarvela, la prendo un po’ larga.

Una cosa molto particolare del nostro lavoro come clown di corsia, che ho riscontrato anche nei miei colleghi, è la relazione che le persone instaurano con noi. Non parlo soltanto dei bambini, ma in questo caso mi riferisco soprattutto agli adulti, in particolare ai genitori.

Pur non avendo dei costumi altisonanti e trucco appariscente, quando abbiamo il naso rosso, che sia di plastica, di gommapiuma o di rossetto non ha importanza, le persone subito si dimenticano o sembrano dimenticarsi, che dietro quella piccola “maschera” ci sono delle persone come loro, con le loro vite, i loro problemi, le loro stanchezze. Da quel momento per loro tu sei un clown, qualcuno che va oltre la persona che sta dietro al naso rosso. Diventi per loro una sorta di supereroe, un personaggio famoso, una star, una persona speciale, un clown appunto! Diventi in qualche modo un qualcuno che è lì per stare con loro, con i loro bambini, per divertirli sì, per fargli trascorrere del tempo, ma soprattutto per ascoltarli, per renderli unici, per far diventare anche loro un po’ speciali come il naso rosso ha reso speciale a te che lo stai indossando.

Il clown è lì per i loro bambini, ma anche per loro, per astrarli per un momento da quella che è la vita reale, dalla malattia che stanno affrontando insieme ai loro bimbi, dal lento scorrere delle giornate del ricovero, dalle preoccupazioni e dal dolore che questi momenti portano con sé. Tu, clown, sei lì non per far dimenticare questi momenti, non per farli sembrare meno difficili, perché purtroppo i clown non hanno questo tipo di super poteri. No, tu, clown, sei lì per dargli una mano, per sostenerli, per condividere con loro questa lotta che stanno conducendo a fianco dei loro bambini contro la malattia, qualunque essa sia. Lavorando in ospedale, abbiamo occasione, purtroppo, di vedere molti livelli differenti di malattia, eppure la forza che i genitori mettono nella cura della malattia del bambino, qualunque essa sia, è sempre la stessa. A volte, anche a noi fa strano vedere tanta preoccupazione per un’ allergia o una febbre troppo alta, quando entri in reparti dove queste cose sono il minimo che si possa avere, eppure tutto ciò mi appare comprensibile, cosi come mi appare chiaro l’ effetto clown in ospedale.

Questo effetto mi appare ancor più chiaro quando, finito il turno, tolto il costume e il naso rosso, ritorni nel mondo della persona normale che sei e quando nell’incrociare nel corridoio del Meyer la mamma o il papà che avevi visto cinque minuti prima e coi quali avevi parlato, scherzato, riso insieme a loro e al loro bimbo, ora non ti riconoscono, non hanno il volto rilassato che avevano poco fa quando c’era il clown lì con loro, non hanno la voglia di conversare con te, di parlarti, di condividere la loro situazione perché per loro sei uno sconosciuto, una persona tra tante. E allora ti fermi un attimo e ci pensi. In effetti è vero. Tu non li conosci e loro non conoscono te. Eppure poco prima, poco fa ci stavi parlando, ci stavi scherzando, ci stavi condividendo, e loro con te, attimi preziosi delle vostre vite. Allora capisci che non sei uno sconosciuto, una persona tra tante, ma semplicemente, ora, tu non sei più un supereroe, una star- Ora semplicemente non sei più un clown di corsia.

E la storia di corsia dove l’ ho lasciata? Eccola.

La mia storia di corsia è alla Stazione di Rifredi, a Firenze. Una mattina che aspetto una persona che deve arrivare in treno e che, stranamente, mi vede arrivare in stazione con largo anticipo. Nell’attesa, rimango fuori a conversare con un amico, anche lui casualmente lì. Senza trucco e senza naso ma semplicemente io, come posso essere ora mentre scrivo questa storia. Mentre parlo con questo amico vedo una bimba con la mamma che la mattina precedente avevo visitato in stanza al Meyer, purtroppo per lei non per un braccio ingessato. Mi fa piacere vederle fuori dall’ospedale e penso sarebbe bello andarci a parlare. Ma poi penso che non sono clown, che loro non mi riconoscerebbero, che forse non sarebbe il caso, che dovrei stare lì a spiegare loro diverse cose e, quindi, mi limito a rivolgere uno sguardo alla bambina e a continuare a parlare col mio amico. Ma in quello sguardo della bambina, e quello complice di lei alla mamma, capisco che invece loro hanno capito benissimo chi sono. Forse meravigliate anche loro nel trovarmi in “borghese”, lì al fresco sole invernale, in una stazione dei treni, ma soprattutto fuori dall’ospedale. Bè, allora vado da loro, ci parlo un momento, ci scambiamo un saluto e auguro loro una buona giornata e magari di incontrarci nuovamente, un’altra mattina, in un’altra stazione, in un’altra città…l’importante è che sia fuori da un ospedale.

E così, nel salutarle, io e il dottor DinDon siamo ora la stessa persona, normali ma anche un po’ speciali!

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Sirene

Commedia Satirica all’Italiana

A partire da Venerdì 14 fino a Domenica 16, presso il Teatro Azione di Roma andrà in scena lo spettacolo “Sirene”, di Viviana Lentini con Laura Donzella (la nostra Dott.ssa Tipota) – Rebecca Valenti – Viviana Lentini

 

sirene

 

Un testo comicissimo ed irriverente, uno spaccato ironico della nostra Italia visto attraverso occhi e bocche di esilaranti e graffianti personaggi femminili di oggi.


Informazioni e Prenotazioni:
Viviana: 389 6856851
segreteria: 06 5743399 (ore 15:30 – 19:30)
segreteria@teatroazione.org


TEATRO AZIONE
via dei Magazzini Generali 34 (zona Ostiense)
Costo: € 10,00 + 2,00 tessera
Ven 14 e Sab 15 ore 20:30 – Dom 16 ore 17:00

Una buona medicina: 42 Km di solidarietà per sorrisi a 42 denti!

Conosciamo i nostri Runner Solidali

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Giuseppe Falco è un altro nostro Runner Solidale che ha deciso di correre la XX Maratona di Roma a sostegno dell’attività in Ospedale di Soccorso Clown Onlus.

Queste le sue parole:

“Cari amici, dopo tanti anni di studio, ora che sono quasi un notaio, inizio a vedere realizzati alcuni dei miei migliori sogni.

Nel frattempo ho conosciuto quanti sorrisi regalano gli operatori di SOCCORSO CLOWN ONLUS a tanti bambini che di sogni ne hanno più di me tra le corsie di tanti ospedali.

Perciò, dato che ho la fortuna di correre e di allenarmi per arrivare di nuovo in fondo alla maratona di Roma, questa volta la vorrei correre insieme a tutti Voi, per tagliare insieme un traguardo ancora più bello.

Pensa se per ogni chilometro percorso donassimo tutti a Soccorso Clown Onlus almeno 1 centesimo di euro.

Io ci metterei tutto l’impegno, le gambe, il cuore, lo sforzo ed anche il dolore per arrivare fino in fondo.

Pensa se ognuno di noi donasse anche solo 42 centesimi di euro, tanti quanto i 42 Km (e poco più) di una maratona: sarebbe un piccolo dono per una grande impresa.

Pensa se ognuno di noi cercasse di coinvolgere chi più ama per contagiarli da questa gioiosa Rete del dono.

Pensa allora a quanti sorrisi “a 42 denti” potremmo far sfoggiare a tanti bambini che in salita hanno ancora tanta strada da correre.”

Se anche tu vuoi sostenere Giuseppe Falco in questa impresa clicca qui!

Questo articolo è stato pubblicato in News il 15/05/2024 da .