Storie dalla corsia

di Adriana Lucis

in arte Dottoressa Girandolina

Il mio clown, la dott.ssa Girandolina, è anche il mio alter ego comico, la mia amica e la professionista che sa come gestire le emozioni di fronte al dolore, sa ridere e far divertire, si prende in giro e si appassiona a tutto per quanto esuberante e pasticciona. Va a sbattere dovunque ma sa anche come trovare geniali soluzioni!
E’ una “cardiologià”(da cardiologia) che non sa dove si trova il cuore e si fa aiutare dai bambini a cercalo per sentirne i battiti che diventano il bellissimo ritmo per iniziare una canzone. è sognante e leggera come la girandola che porta in testa e la rappresenta ma soprattutto ama la musica che sempre l’accompagna. Girandolina non potrebbe esserci senza il suo ukulele e il carillon!

La musica è linguaggio universale che va oltre ogni confine e noi clown-dottori siamo stati formati da SOCCORSO CLOWN ad essere preparati anche in questa disciplina. Fra le mie esperienze più belle in ospedale ci sono quelle di poter regalare la musica, a volte seria altre volte con improbabili strimpellate divertenti. SEMPRE e comunque arriva come mezzo di conforto, distrazione e divertimento per chiunque incontriamo nei nostri interventi fra cui anche tante famiglie straniere.

Amo dedicare anche serenate ai genitori o al personale ospedaliero che si diverte e distrae respirando una ventata d’aria fresca e considerazione. 

Un esempio molto significativo è con i neonati. Spesso si considerano i più piccoli come casi dove è difficile intervenire perché non capiscono, non hanno i sensi ancora sviluppati e quasi non viene ritenuto necessario il nostro intervento dai genitori quando ci vedono arrivare e invece… fa bene a loro e, sapendo noi come procedere, aiuta tantissimo i piccini! Reagiscono alla nostra presenza attraverso la musica ed interventi visivi delicati rilassandosi e smettendo di agitarsi e piangere.

Un bambino che aveva appena fatto una visita medica, iniezioni e piangeva disperatamente si è chetato, come tanti, appena ha ascoltato il suono delle corde.

Ancora, in una stanza buia e silenziosa, al Bambin Gesù di Roma, mentre una mamma allattava il bambino e l’altra lo cullava in braccio, io e la collega siamo entrate delicatamente e abbiamo fatto il nostro intervento su loro permesso. L’atmosfera è diventata subito più leggera. Il piccolo in braccio si è incantato al volo dei fazzoletti colorati lanciati dalla collega mentre il neonato attaccato al seno, in costante tensione per il dolore della malattia, ha cominciato ad allentare rasserenandosi mentre io suonavo un pezzo dolcissimo all’ukulele. La mamma si è stupita sentendo la reazione del bambino che si abbandonava serenamente.

Rammento in particolare una neonata, in terapia intensiva all‘Umberto I, in stato catatonico da tempo che ha cominciato a reagire al gioco delle dita del mio maestro e direttore Vladimir Olshansky, il dott. Bobo, accompagnato dal suono di un piccolo sonaglio. La macchina che le monitorava il battito del cuore ha cominciato ad emettere un segnale sempre più forte. Noi ci siamo quasi spaventati chiedendo l’intervento del medico che felice ci ha detto di continuare perché finalmente la piccola reagiva a degli stimoli!

Un altro bel ricordo è stato con un bambino in reparto oncologico, che a causa della sua lunga obbligata degenza, è una vecchia conoscenza dei clown del Policlinico. Gli ho lasciato il mio ukulele (che è simile ad una piccola chitarra) e si è esibito in un liberatorio pezzo… diciamo “rock”! :O)

Noi non entriamo mai in contatto fisico con il paziente per rispetto della sua incolumità ma con i ricoverati di questo reparto entriamo in grande confidenza, rivedendoli spesso, e siamo a loro disposizione permettendogli di essere un po’ i loro burattini.
Ci sottoponiamo, come loro fanno con le terapie ed i dottori, alle loro volontà e tutto può accadere. Si può assistere, nel segreto di quella stanza, alla coppia clown che va a sbattere contro i muri, improvvisa corse in aeroplani e motociclette o condivide con i pazienti segreti di magie e gags!